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Psoriasi a placche: efficacia dell’anticorpo monoclonale Ixekizumab


Quasi l’80% dei pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave ha risposto completamente o quasi completamente a un nuovo anticorpo monoclonale, Ixekizumab ( Taltz ), sulla base dei dati di tre studi clinici di ampie dimensioni e di lungo periodo.

I risultati di questi studi sono stati pubblicati sul The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune che interessa circa il 3% della popolazione mondiale, e provoca cute arrossata, pruriginosa e secca.
La psoriasi è inoltre associata a un maggior rischio di depressione, malattie cardiovascolari e diabete mellito.

Ixekizumab agisce sull’interleuchina 17a, una proteina coinvolta nel processo infiammatorio. Ixekizumab si lega all'interleuchina 17A bloccandone l'azione e riducendo l'attività del sistema immunitario; in tal modo, riduce i sintomi della psoriasi.

I tre studi clinici hanno coinvolto 3736 pazienti adulti in più di 100 Centri di ricerca di 21 Paesi. I pazienti hanno assunto Ixekizumab a vari dosaggi oppure il placebo per più di 1 anno.

Tutti i pazienti presentavano forma moderata o grave di psoriasi, definita come interessamento del 10% o più della superficie corporea.

A 12 settimane, il 76.4-81.8% dei pazienti presentava psoriasi classificata come assente o minima contro il 3.2% del placebo.

Alla 60.a settimana, il 68.7-78.3% dei pazienti aveva mantenuto il miglioramento raggiunto.

Gli eventi avversi associati a Ixekizumab comprendevano: tassi leggermenti più alti di neutropenia, infezione da lieviti e infiammazione intestinale, rispetto al placebo.

Nuovi studi dovranno valutare la sicurezza della terapia con Ixekinumab per periodi più lunghi di 60 settimane. ( Xagena )

Fonte: Northwestern University Feinberg School of Medicine, 2016

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