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Interrotto lo studio con Inotuzumab Ozogamicina nel linfoma non-Hodgkin aggressivo, recidivato o refrattario, a causa di futilità


Pfizer ha annunciato la sospensione di uno studio, in aperto, randomizzato, di fase 3, a due bracci, che aveva come obiettivo quello di valutare la sicurezza e la efficacia del farmaco sperimentale Inotuzumab ozogamicina nei pazienti con linfoma non-Hodgkin aggressivo, recidivato o refrattario, CD22+, non-candidati a trattamento chemioterapico intensivo ad alto dossaggio.

In questo studio, Inotuzumab Ozogamicina è stato somministrato una volta al mese, in combinazione con Rituximab ( Rituxan, MabThera ), e confrontato con un comparatore attivo scelto dallo sperimentatore ( Bendamustina più Rituximab oppure Gemcitabina più Rituximab ).

Nel corso di una analisi ad interim pianificata, il Data Monitoring Committee ( DMC ) ha concluso che in questo studio il trattamento con Inotuzumab Ozogamicina più Rituximab avrebbe potuto non incontrare l'endpoint primario di miglioramento della sopravvivenza globale, rispetto al braccio di confronto.

Non sono stati riscontrati nuovi o inattesi problemi di sicurezza.

Inotuzumab Ozogamicina, somministrato una volta alla settimana, 3 settimane su 4, continua ad essere valutato nella leucemia linfoblastica acuta negli adulti.

Inotuzumab Ozogamicina è un coniugato anticorpo-farmaco, costituito da un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio CD22 ( un antigene di superficie cellulare espresso in circa il 90% dei tumori maligni delle cellule B ), legato a un agente citotossico.
Quando Inotuzumab Ozogamicina si lega all'antigene CD22 sui linfociti B maligni, viene internalizzato nella cellula con rilascio dell'agente citotossico, Calicheamicina, e distruzione della cellula maligna. ( Xagena )

Fonte: Pfizer, 2013

XagenaHeadlines2013



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